A differenza degli innesti cutanei di mammiferi, non vi è alcun rischio di trasferimento di malattie tra i pesci di acqua fredda e gli esseri umani
Kerecis, azienda di ricerca ittica norvegese, sta sperimentando l’uso della pelle dei pesci per rigenerare la pelle umana e curare le ferite.
Il prodotto di punta dell’azienda, Kerecis Omega3 Wound, è pelle di merluzzo che, quando innestata su tessuto umano danneggiato, attiva le cellule del corpo, previene le infezioni e alla fine viene convertita in tessuto vivente.
Fertram Sigurjonsson, fondatore e CEO di Kerecis, ha avviato l’azienda perché voleva aiutare le persone a rigenerare la pelle e ad evitare amputazione. Spesso si tratta delle conseguenze di ferite difficili da guarire che finiscono per infettarsi.
Diversamente dagli innesti cutanei provenienti da altri mammiferi, non vi è alcun rischio di rigetto o trasferimento di malattie tra i pesci d’acqua dolce e gli esseri umani.
La pelle dei pesci è anche naturalmente ricca di acidi grassi polinsaturi Omega3, che aiutano riducendo l’infiammazione e persino il dolore.
Kerecis Omega3 Fish Skin, derivato dal merluzzo certificato MSC, è attualmente utilizzato in diversi modi per trattare ferite, ustioni, riparazione di ernie e altri interventi chirurgici. L’azienda ha una gamma di prodotti che intende sottoporre all’approvazione della FDA, con una in fase di sviluppo anche per la ricostruzione del seno.
Inoltre, l’azienda sta studiando una variante della pelle di pesce Kerecis Omega3 per la ricostruzione della dura madre, una membrana simile alla pelle che copre e protegge il cervello e il midollo spinale.
Da un solo merluzzo Kerecis può produrre otto “unità di pelle”. Ogni unità viene venduta per circa 420 €. Si, avete capito bene: da un merluzzo si possono ricavare 3.390 €.
La pelle dei pesci usata per rigenerare la pelle umana può essere conservata anche a temperatura ambiente. E per un massimo di tre anni. Poi può essere idratata 30-60 secondi prima dell’uso.