Una nuova teoria afferma che la Materia Oscura potrebbe essere materia ordinaria in un universo parallelo.
Le prime stelle illuminarono il freddo e buio cosmo primordiale, poi collassarono nei buchi neri che insieme alla Materia Oscura formarono galassie e superammassi visibili oggi.
Come sappiamo che esiste la materia oscura?
Se una galassia in un’altra dimensione fosse sovrapposta alla nostra, non saremmo in grado di vederla. Sarebbe invisibile, ma ne sentiremmo la gravità. Questo potrebbe spiegare l’esistenza della materia oscura
Michio Kaku
Sappiamo che la materia oscura esiste perché possiamo vedere il suo effetto gravitazionale sulle stelle e sulle galassie visibili.
La nostra galassia, la Via Lattea, non avrebbe potuto trascinare abbastanza materia per creare le sue stelle nei 13,8 miliardi di anni dal Big Bang senza la presenza di alcune cose invisibili tenute insieme da una “colla” altrettanto invisibile.
L’Agenzia spaziale europea ha calcolato che la materia oscura rappresenta il 26,8% dell’energia di massa dell’Universo rispetto al 4,5% della normale materia “fermionica”. Significa che la materia oscura supera la materia ordinaria di un fattore di circa sei. Materia oscura a pacchi, a sacchi, a cateratte. Materia oscura gratis, signora.
La cosmologia si avvicina al prossimo cambio di paradigma
Una delle scoperte più sbalorditive dell’era moderna è che il tessuto dello spaziotempo emerge da qualcosa che si trova in qualche modo al di sotto di esso.
Nel tentativo di trovare l’inafferrabile teoria quantistica della gravità e fondere la meccanica quantistica e la relatività generale, la ricerca ha dimostrato che lo spaziotempo emerge dall’elaborazione (quantistica) dell’informazione in generale.
Universi specchio
La maggior parte dei fisici e dei filosofi ora aderisce all’ontologia del multiverso e la teoria quantistica fornisce un forte supporto a questa visione del mondo. Alcuni fisici come Julian Barbour, Tim Koslowski e Flavio Mercati sostengono che per qualsiasi sistema di particelle confinato (un universo autonomo come il nostro) la gravità creerà un punto centrale (lo chiamavano “Janus Point”). A partire da questo punto il tempo inizia a scorrere in direzioni opposte.
Altri due fisici (Sean Carroll del California Institute of Technology di Pasadena e Alan Guth del MIT) lavorano su un modello simile basato sull’entropia. Un modello che mostra il tempo che si muove in due direzioni diverse, in due universi specchio, dal Big Bang in poi.
Nel modello ontologico che Alex Vikoulov sta attualmente sviluppando (la Teoria Cibernetica della Mente) lo Janus Point viene equiparato al concetto di Singolarità Omega. Un punto convergente della massima capacità computazionale. La singolarità Omega è un ipotetico proiettore di tutte le possibili linee temporali di tutto il multiverso quantistico.
Cosa significa questo per la materia oscura?
Dalle teorie di cui sopra, consegue che la materia oscura potrebbe essere materia ordinaria nello “spazio probabilistico” di altre dimensioni che non vediamo. Con altre stelle, altra vita per noi invisibili. Almeno per il nostro attuale livello di sviluppo.
La “prova dei fotoni”
Non si tratta di ipotesi puramente speculative. In tema di materia oscura, queste logiche derivano dai principi della meccanica quantistica. Ad esempio Richard Feynman, premio Nobel per la Fisica, discute nel suo libro “QED” (la situazione dei fotoni parzialmente trasmessi e parzialmente riflessi da una lastra di vetro: una riflessione pari a circa il 4%.
In altre parole, uno su ogni 24 fotoni verrà riflesso in media, e questo vale anche per un flusso “uno alla volta”. Il quattro%, dice Vikoulov, non può essere spiegato da differenze statistiche dei fotoni (sono identici) né da variazioni casuali nel vetro.
Qualcosa, dice Vikoulov, sta “guidando” in media 1 fotone ogni 24 affinché sia riflesso invece di essere trasmesso.
Per maggiori approfondimenti: A. Vikoulov – The Physics of Time