La professoressa Rosalind Gill del Centro di ricerca sul genere e la sessualità dell’Università di Londra, ha pubblicato ieri un nuovo report in occasione della Giornata internazionale della donna. “Cambiare l’immagine perfetta: smartphone, social media e pressioni sull’aspetto”, questo il suo nome, nasce da una ricerca fatta su 175 giovani donne inglesi nel Regno Unito.
Il report affronta diverse questioni. In particolar modo documenta la rabbia persistente dei giovani con dei media che ritengono ‘troppo bianchi’, ‘troppo eterosessuali’ e troppo concentrati su definizioni molto ristrette di bellezza. Un sistema che costringe a modificare foto: tutt’altro che senza filtri, insomma.
La critica alla perfezione attraversa la ricerca come una traccia di basso. I giovani mi dicevano di sentirsi sopraffatti da immagini troppo perfette. Mi dicono di vedere raramente sui media donne di colore, donne disabili o “non conformi al genere”.
Rosalind Gill , Centro di ricerca sul genere e la sessualità – Università di Londra
Il report
La ricerca solleva questioni particolari su come gli standard di aspetto si stiano restringendo. L’offerta tecnologica degli smartphone (con una pletora di app di modifica e filtraggio come Facetune) stanno contribuendo a una società in cui i giovani si sentono costantemente sotto il controllo e il giudizio dei loro coetanei.
Il 90% delle giovani donne UK dichiara di utilizzare un filtro o di modificare foto di corpo e viso prima di pubblicare. Mai senza filtri, perchè? Per uniformare il tono della pelle, rimodellare la mascella o il naso, togliere peso, illuminare o abbronzare la pelle e sbiancare i denti.
Le giovani donne coinvolte nello studio hanno anche detto di guardare regolarmente pubblicità o notifiche per procedure cosmetiche. In particolare per lo sbiancamento dei denti, i filler per le labbra e la chirurgia per migliorare il sedere, il seno o il naso.
Gli algoritmi dei social media fanno il resto, “inseguendole”. Come dice una 21enne intervistata: “una volta che guardi queste cose, non ti sarà mai permesso di dimenticare”.
Dominio visivo: costretti a modificare foto
Con quasi 100 milioni di foto pubblicate ogni giorno solo su Instagram, non siamo mai stati una società così prigioniera delle immagini. La pubblicazione sui social media modifica i nostri meccanismi sociali. Produce una breve e passeggera gratificazione nel ricevere attenzione (e Like), ma è anche una fonte di enorme ansia. Specie per la maggior parte delle giovani donne. Al punto da sentirsi costrette a modificare foto di sé.
Sono rimasta colpita da giovani donne che mi dicevano più e più volte: ‘Mi sento giudicata’
Questa ricerca sarebbe stata importante in qualsiasi momento. È chiaro però che il contesto della pandemia le conferisce un particolare crisma di importanza.
I problemi si sovrappongono
Giorno dopo giorno vengono pubblicati rapporti che evidenziano gli impatti devastanti della pandemia sulla salute mentale dei giovani. La loro istruzione si è improvvisamente interrotta, le loro libertà si sono ridotte. Molti vivono difficoltà economiche ed emotive, o lutti. Per questo, il report aiuta a far luce su come i giovani vivono questo momento.
In un certo senso, la familiarità dei giovani con gli strumenti e le piattaforme online li ha preparati meglio al lockdown rispetto ai più anziani. Tanti aspetti della vita si sono trasferiti online: lavoro, istruzione, servizi sanitari e psicologici. Vita sociale. Questo però ha portato loro anche più pressione e più angoscia.
Massimizzando un fenomeno già in atto a causa dei social. E così vediamo il paradosso di giovani esposti 24 ore su 24 in un meccanismo di approvazione sociale, quello si, senza filtri.