Christian Scherer, un alto dirigente di Airbus, ha le idee piuttosto chiare sui piani della sua azienda per gli aerei senza pilota. Per questo non ha mancato di esprimerle in una recente intervista resa alla Associated Press nella quale aggiunge di voler vendere aerei elettrici o ibridi entro i prossimi 15 anni.
“La nostra azienda,” precisa Scherer, “non è ancora pronta per jumbo jet a batteria. Ma è già del tutto attrezzata per far volare gli aerei senza pilota, al massimo con uno solo”.
“Non è un problema tecnologico, ma regolamentare. Senza contare le dinamiche psicologiche che riguardano la percezione dei passeggeri”.
All’ultimo Air Show di Parigi sono stati diversi gli operatori a proporre aerei autonomi: in gran parte con scopi militari, ma anche per il trasporto privato urbano (gli “aero taxi”).
Quando pensiamo a grandi aerei senza pilota il tema della sicurezza nasce spontaneo. Pensate ai recenti incidenti (con il pilota tagliato fuori) che hanno coinvolto in Etiopia ed Indonesia l’innovativo Boeing 738 Max. Decine di morti a causa di un software difettoso che “ha fatto da solo” gestendo un velivolo mettono i brividi.
“Le nostre strategie non sono cambiate con gli schianti in Indonesia ed Etiopia,” aggiunge Scherer. “C’è solo un rinnovato bisogno di competenze: noi ne abbiamo, altre compagnie ne cercano ancora per migliorarsi”.
Il riferimento a Boeing sembra naturale, anche in ragione del pessimo periodo di vendite che la compagnia vive, a dispetto di una Airbus che appare in ottima salute.
E voi? Che ne pensate dei piani di Airbus? Salireste tranquilli su un aereo privo di pilota, o non ci pensate nemmeno? Non neghiamocelo: talvolta il “buon vecchio” pilota sa essere ancora molto, molto rassicurante.
In fondo la fiducia nella capacità di improvvisazione umana è maggiore della paura irrazionale di un malfunzionamento ottusamente portato alle estreme conseguenze da una macchina che non esercita intuito. Non ancora, almeno.