Il Gruppo intergovernativo di esperti sui cambiamenti climatici (IPCC) ha valutato ben 400 scenari climatici nel suo ultimo studio. Solo 50 di loro prevedono che evitiamo un global warming non superiore a 1,5° C.
Di questi, poi, solo 20 comprendono ipotesi realistiche sulle opzioni, come ad esempio l’entità della rimozione della CO2 dall’atmosfera, o il numero degli alberi da piantare (cosa che da sola non basterebbe mai, in nessun caso).
Questi 20 scenari, infine, hanno bisogno in modo molto deciso di “tirare una leva” tra quelle necessarie alla mitigazione. Per questo il mondo corre un rischio enorme di oltrepassare un Global warming di oltre 1,5° C.
Riformulo, per chiarezza: la finestra realistica per raggiungere l’obiettivo di +1,5 ° C si sta chiudendo molto rapidamente.
Non è il primo studio sul tema, e come gli altri non è ascoltato a sufficienza. Detto tra noi: che possibilità abbiamo di evitare ciò che ormai sembra inevitabile?
Se tutte le leve di mitigazione del clima vengono tirate, potrebbe essere ancora possibile limitare il global warming a +1,5° C.
“Gli scenari di emissione differiscono nella loro dipendenza da ciascuna delle cinque leve di mitigazione che abbiamo esaminato. Eppure tutti gli scenari che riteniamo essere realistici tirano almeno diverse leve a livelli impegnativi”, dice l’autrice principale Lila Warszawski del Potsdam Institute for Climate Impact Research (PIK).
Nessuno degli scenari realistici si basa su una singola azione risolutiva.
Lila Warszawski
I pochi scenari “positivi” e realistici tirano tutte le leve possibili
Il settore energetico è ovviamente fondamentale per ridurre l’aumento di temperatura globale non oltre 1,5 ° C. Da un lato serve la riduzione della domanda di energia e dall’altro la decarbonizzazione dell’uso e della produzione di energia. Eppure, da solo il settore energetico non basta.
Anche la rimozione della CO2 e la sua “cattura” sottoterra si rivela quasi indispensabile. Infine, le emissioni di gas metano vanno tagliate dalla produzione animale, ma serve tagliare anche dall’estrazione di petrolio e gas. Le cose da fare sono tante.
Global warming: triplice sfida per l’umanità
“Contro il global warming serve un’immediata accelerazione dell’azione a livello mondiale per ridurre le emissioni di gas a effetto serra. Con tutti i mezzi disponibili”, dice il coautore Tim Lenton dell’Università di Exeter.
I ritmi della sostenibilità devono superare quelli della rivoluzione industriale. È una sfida di sistema: azioni frammentarie e impegni retorici non ci salveranno.
Tim Lenton
“L’umanità deve vincere una triplice sfida per stabilizzare il global warming senza superare in modo significativo gli 1,5° C”, dice il coautore Nebojsa Nakicenovic dell’International Institute for Applied Systems Analysis, IIASA.
La prima: dimezzare le emissioni globali ogni decennio. Richiede uno sforzo enorme per decarbonizzare eliminando gradualmente l’energia fossile, assumendo anche comportamenti e diete rispettosi del clima.
La seconda: aiutare a perseguire la rimozione del carbonio con il rimboschimento e il cambiamento dell’uso del suolo.
La terza: garantire il funzionamento sicuro dei sistemi terrestri che già ora rimuovono la metà delle emissioni globali dall’atmosfera.
Non ha senso puntare su un solo fattore.
Gli scenari classificati dall’analisi come irrealisticamente ottimistici tendono a sovrastimare il potenziale di cattura e stoccaggio del carbonio. Altri sovrastimano il risparmio di energia, o la riduzione dei gas serra. Altri ancora fanno ipotesi fin troppo audaci sugli alimenti vegetali o azzardano vantaggi derivanti dalla crescita limitata della popolazione.
Global warming: lo scenario Sky
Gli autori hanno anche esaminato più da vicino gli scenari sul global warming forniti dall’International Energy Agency (IEA) nel 2018, e quello denominato ‘Sky’ prodotto dalla compagnia petrolifera Shell.
Entrambi prevedono che le emissioni nette scendano a zero a livello globale entro il 2070.
“Lo scenario di Shell è estremamente ottimistico”, dice il coautore Gail Whiteman della Business School dell’Università di Exeter. “Dal punto di vista scientifico, questo è abbastanza chiaro. Nella mondo imprenditoriale piace perché sembra offrire, rispetto ad altri scenari, una via d’uscita relativamente facile dalla crisi climatica. La nostra analisi mostra, tuttavia, che ci sarà nessuna via d’uscita facile. “
Global warming, è più facile fallire
Le necessarie riduzioni delle emissioni sono difficili da ottenere, tecnicamente e anche politicamente. Richiedono un’innovazione senza precedenti degli stili di vita e della cooperazione internazionale.
“Capisco chiunque pensi che potremmo fallire l’obiettivo di contenere il global warming entro 1,5° C”, conclude il coautore Johan Rockström.
Serve provarci a tutti i costi. Limitare il global warming ci eviterebbe il rischio di provocare un ribaltamento nel sistema Terra. Di evitare la sparizione degli ecosistemi della foresta pluviale amazzonica, o lo scioglimento delle calotte glaciali.