Secondo il designer, questa “attrazione” in stile parco a tema può essere utilizzata una sola volta: l’ultima.
Conosciamo tutti il frizzante senso di adrenalina (o pericolo, per i fifoni come me) che deriva dal salire sulle montagne russe. Un ricercatore lituano ha però dato un senso al termine “giro della morte” sviluppando il concept di un macabro ottovolante a scopo di eutanasia. Montagne russe il cui unico scopo è di uccidere, ovviamente in modo indolore, i loro passeggeri.
Eutanasia con le montagne russe
Julijonas Urbonas è descritto sul suo sito web come “un artista, designer, ricercatore, ingegnere, [e] fondatore dell’Agenzia spaziale lituana” che sta studiando per il dottorato in Design Interactions presso il Royal College of Art di Londra.
Di fegato ne ha ad affrontare un concept “morboso” come questo, per un tema così delicato come quello dell’eutanasia. Per ben due volte: aveva già proposto una cosa simile nel 2010. Ha descritto questa forma di eutanasia come “un’ipotetica macchina della morte sotto forma di montagne russe, progettata per prendere umanamente, con eleganza ed euforia, la vita di un essere umano”. Ha detto proprio euforia?
In questo video la prima presentazione del progetto di “montagne russe dell’eutanasia”:
Come funziona l’ottovolante della (dolce?) morte
“Puoi andare su queste montagne russe solo una volta,” dice il designer. E ti credo. “Il concept è pensato per ospitare fino a 24 passeggeri. Una volta che sono tutti a bordo c’è una lenta ascesa verso la cima, che è all’altezza di 155 metri (510 piedi).” Praticamente quella di un grattacielo, anche piuttosto alto.
Una volta in cima, l’Ottovolante per l’eutanasia dà a tutti la possibilità di fermarsi e tornare indietro in sicurezza. Tutti quelli che premono il pulsante per partire iniziano la corsa”.
A quel punto, quelli che rimangono sulle montagne russe e decidono di ottenere l’eutanasia scendono a una velocità di circa 360 chilometri orari (223 miglia all’ora) prima che i vagoni percorrano una serie di sette giri a spirale, ognuno più piccolo del precedente. Su questo tracciato il passeggero è soggetto a spinte e sollecitazioni intensissime che inducono in sequenza delle esperienze forti: euforia, brivido, visione a tunnel, perdita di coscienza. Morte.
I passeggeri indosseranno anche una speciale tuta per il biomonitoraggio che controllerà due volte i segni vitali per vedere se è andato tutto bene o c’è “la necessità di un secondo giro, cosa estremamente improbabile”, ha aggiunto Urbonas.
Che ne pensate? Negli anni trascorsi dalla prima uscita dello strano concept di Urbonas, non ci sono ancora state parti interessate a realizzarlo.