Da sempre la “fontana della giovinezza” o “l’elisir di lunga vita” sono larghe metafore che simboleggiano un inarrivabile tesoro, spesso perseguito da chi già possiede enormi ricchezze per poter rendere totale il suo potere. La metafora contempla anche la punizione per l’eccessiva avidità, ma non è questo l’oggetto dell’articolo. L’oggetto dell’articolo è: ogni epoca ha i suoi elisir di lunga vita, e i suoi uomini ricchissimi che vogliono berlo.
Da non molto una serie di noti miliardari si è unita al carrozzone di tecnologie e rimedi per allungare la vita. Silicon Valley ha scatenato una vera e propria “caccia alla morte”, per debellarla dal vocabolario. Player come Jeff Bezos (Amazon) e Larry Page (Google) hanno investito miliardi in aziende che lavorano per allungare la vita (rispettivamente Altos Labs e Calico).
Non parliamo di guadagnare un annetto, o due. Queste due aziende si stanno preoccupando di come allungare la vita da 50 anni a centinaia di anni in più. E non è importante quando ci arriveranno, perchè il loro lavoro permetterà “durante il tragitto” di abbattere condizioni importanti dell’invecchiamento, ad esempio le malattie legate all’età, o l’Alzheimer. In un certo senso, non ci sarà una pillola scoperta improvvisamente, ma diversi traguardi che renderanno più “elastica” la durata della vita.
Per allungare la vita di tutti. O solo di chi finanzia le ricerche?
Lungi da me l’idea di indossare gli abiti del complottista. La questione è più semplice. Non posso fare a meno di correlare lo sforzo di allungare la vita con questa quantità sorprendente di ricchezza, ego e paura di morire che sta dando vita a questi sforzi economici mostruosi da parte di super miliardari. Perchè lo fanno?
Una risposta su tutte: il tempo. Che non è denaro, o non solo, ma può certamente essere valore. Ce lo fa capire la crescita verticale di una cosa chiamata Q-Commerce. La “Q” sta per “Quick”, veloce. È il commercio basato sul tempo, che serve a regalare tempo a chi ne beneficia. Ghost Kitchen, che preparano i pasti per noi, personal trainer che non ci fanno perdere tempo nel traffico per raggiungere una palestra. Servizi in streaming che ci mostrano tutto e subito, aziende di delivery che ci portano la spesa a casa. Amazon che consegna le cose in poche ore. Allungare la vita, prima ancora che avere più anni, significa anzitutto avere più ore.
Nel mondo il Q-Commerce vola ancora di più, con alfieri come Weezy, o Flink. Parlo di aziende arrivate a consegnare beni anche deperibili in appena 10 minuti. I messaggi che colgo da tutto questo sono due: primo, tutti anelano a più tempo e a più comodità: ne è la prova il desiderio di conservare (in tutto o in parte) i vantaggi del lavoro a distanza. Secondo, il tempo è per ricchi. Un lusso che non tutti possono godere.
Vi dico una cosa che vi sorprenderà: il tempo è relativo
Figo, eh? Scommetto che non lo avete mai sentito. Si, il tempo è un concetto relativo. Non è distribuito o valutato in modo uniforme. Siamo abituati a disuguaglianze nella ricchezza che si sovrappongono ad altre disuguaglianze come salute, benessere, istruzione, ambiente e tecnologia, per citarne alcune. In una certa misura, quindi, sappiamo anche come può evolvere la relazione tra ricchezza e possibilità di allungare la vita. Perchè, tra l’altro, questa relazione c’è già: secondo uno studio dell’University College di Londra (UCL), nel mondo di oggi essere ricchi aggiunge in media nove anni di sana aspettativa di vita.
Già oggi chi ha più soldi vive di più (in media). Punto.
Abbiamo scoperto che le disuguaglianze socio-economiche nell’aspettativa di vita senza malattie erano simili in tutte le età in UK e negli USA. Ma il più grande vantaggio socio-economico in entrambi i paesi e in tutte le fasce d’età era la ricchezza.
Estratto dallo studio dell’University College di Londra.
Lunga vita, ma ai ricchi? Conoscete già la risposta
Anche se non c’è dubbio che allungare la vita, invecchiare con dignità e comfort può essere appannaggio di tutti, una drammatica estensione della vita andrà inizialmente a beneficio dei ricchi. E questo, inevitabilmente, aumenterà enormemente le disuguaglianze che attualmente sperimentiamo. Enormemente, in un modo che neanche immagino. Cambiando il rapporto tra essere umano ed essere umano, in modo (scusate se ripeto) attualmente incalcolabile.
Non faccio parte della schiera di chi dice “che noia vivere per sempre”. Anzi. Allungare la vita a dismisura? Magari. Il punto è che questa corsa è partita già con un pesante handicap, e rischia di fare molto bene a pochi, e molto male a troppi.