Una nuova variante del SARS-CoV-2 con un numero insolitamente alto di mutazioni è stata rilevata in Sudafrica e sembra aver innescato due cose: un recente aumento dei casi, e un recentissimo aumento del panico generale. Signori, vi presento Omicron. Ecco una prima cernita dei dati raccolti in giro.
Quando è stato identificato per la prima volta B.1.1.529?
Primo interrogativo. C’è un articolo sul sito del World Economic Forum datato il 12 luglio 2021. Lo trovate qui. In questo articolo si fa menzione della variante B.1.1.529, come scoperta da scienziati in Sudafrica. Cliccando sul link relativo alla scoperta, si viene direttamente catapultati ad un altro articolo, del 26 novembre 2021. La menzione è stata aggiunta in seguito, perchè nel post originale di luglio (lo trovate qui) non c’era.
Pertanto, le notizie che vorrebbero questa variante emersa già nella scorsa estate sono false.
La variante Omicron è stata rilevata per la prima volta il 23 novembre in Sudafrica utilizzando campioni prelevati tra il 14 e il 16 novembre. Joe Phaahla, ministro della salute sudafricano, ha dichiarato ieri di ritenere che la variante sia alla base di un aumento esponenziale dei casi giornalieri di covid-19 in tutto il paese. Ieri, l’OMS l’ha designata una variante “degna di attenzione” (preoccupazione). Questo ha determinato la decisione di diversi paesi di adottare restrizioni di viaggio per le persone che si recano in alcuni paesi (Sudafrica, Botswana, Lesotho, Eswatini, Zimbabwe e Namibia) o vengono da quei paesi.
Cosa sta succedendo in Sudafrica?
I casi quotidiani nazionali sono passati da 274 l’11 novembre a 1000 due settimane dopo. Sebbene il tasso di crescita sia stato rapido, i numeri assoluti sono ancora relativamente bassi. Oltre l’80% dei casi in Sudafrica si trova attualmente nella provincia del Gauteng. Tutti i 77 casi sequenziati nella provincia tra il 12 e il 20 novembre sono stati identificati come variante Omicron. Il numero di riproduzione stimato , il numero medio di persone che una persona probabilmente infetterà, è quasi 2 a Gauteng rispetto a quasi 1,5 a livello nazionale.
Cosa ci dicono le mutazioni di Omicron?
La variante ha una “costellazione di mutazioni molto insolita”, dice Sharon Peacock dell’Università di Cambridge. Ci sono più di 30 mutazioni nella proteina spike, la parte del Sars-CoV2 che interagisce con le cellule umane. Altre mutazioni potrebbero aiutare la variante Omicron a bypassare il nostro sistema immunitario, ma (va sottolineato) “questo non è stato dimostrato”.
Il significato delle mutazioni è attualmente teorico e non si basa su test di laboratorio, ma su passate esperienze. Non sappiamo se Omicron ridurrà davvero l’efficacia dei vaccini. Tuttavia, dalle dichiarazioni degli scienziati il tipo di mutazioni comprometterà sicuramente (è da valutare in quale misura) l’efficacia degli anticorpi prodotti dai vaccini.
Le mutazioni su una parte del virus sono simili a quelle osservate nelle varianti Alpha e Delta, il che potrebbe aiutare la variante a diffondersi più facilmente. Wendy Barclay dell’Imperial College di Londra pensa sia “molto biologicamente plausibile” che B.1.1.529 abbia una trasmissibilità maggiore di Delta.
Le mutazioni di Omicron rendono probabile che sia più resistente anche ai trattamenti anticorpali (come quelli sviluppati da Regeneron), che hanno dimostrato di salvare vite umane. Questo è davvero motivo di preoccupazione. Allo stato, però, una piccola nota “positiva” ci sarebbe: non ci sono assolutamente segnali che Omicron causi una malattia più grave.
Quanto si è diffusa al momento Omicron?
Il sequenziamento genomico ha trovato inizialmente la variante Omicron in Sud Africa, Botswana e Hong Kong. Ci sono anche casi segnalati in Israele, apparentemente originati da un viaggiatore del Malawi, e in Belgio, da qualcuno un viaggiatore proveniente dall’Egitto.
È altamente probabile che Omicron si sia diffusa in altri paesi.
La variante Omicron supererà la Delta? Senza girarci intorno: non si sa. Se questa variante si dimostrerà meno trasmissibile della Delta sarà sicuramente una buona notizia.
Cosa dobbiamo fare?
Chiudo (per ora) le notizie fresche con una speranza. Andrew Pollard, il direttore dell’Oxford Vaccine Group che ha sviluppato il vaccino AstraZeneca si dice ottimista che i vaccini reggeranno anche ad Omicron.
Pollard, ritiene “improbabile” una ripresa forte della pandemia. “La maggior parte delle mutazioni” della variante Omicron “si trova negli stessi punti della proteina spike delle altre varianti” contro le quali i vaccini si sono rivelati efficaci.
Vedremo. Nel frattempo che fare?
Le solite misure di distanziamento sociale sono sempre una stella polare. Lavaggio delle mani, uso della mascherina, vaccinazione e richiamo sono strumenti che hanno ancora una qualche efficacia. Omicron ci mette in guardia dal rischio di tassi di vaccinazione irregolari a livello globale: solo il 24% delle persone è completamente vaccinato in Sudafrica. Serve aiutare i paesi a basso e medio reddito ad accedere ai vaccini.