Dopo libri (e musica, e logistica, e generi alimentari, perfino parruccheria) l’ultimo assalto di Amazon nella vendita al dettaglio riguarda la moda.
Proprio oggi infatti l’azienda di Jeff Bezos lancia “Amazon Style“, un negozio che combina il know-how tecnologico del gigante dell’e-commerce con il desiderio di lunga data dei clienti di poter toccare e provare le cose.
La prima sede aprirà a Glendale, California presso un grande centro commerciale della zona. È l’ennesimo sforzo di Amazon di irrompere nella vendita tradizionale al dettaglio, e prendere un’altra fettona di mercato, stavolta nel settore della moda (abbigliamento e calzature).
Moda e Amazon, relazione di lunga data
Il gigante della tecnologia ha già innovato per anni nel settore della moda: l’azienda fa ricerca da almeno 4 anni sia su nuovi modelli di business, sia su modalità per provare gli abiti senza indossarli (anche a distanza). Ha anche una sua etichetta di abbigliamento, Amazon Essentials.
Addirittura negli USA (fonte: ricerca Wells Fargo) ha già superato lo scorso anno Walmart come rivenditore n.1 di abbigliamento. Come sarà adesso il suo nuovo negozio fisico?
Un salto in avanti (e nel vuoto, per i marchi tradizionali)
Simoina Vasen, amministratore delegato di Amazon Style, ha dichiarato in un post sul blog che “Amazon Style unisce il meglio dello shopping moda su Amazon (ottimi prezzi, selezione e convenienza) con una nuovissima esperienza di acquisto in negozio creata per ispirare”.
Inutile dirlo, un’esperienza basata sulla tecnologia di Amazon, specie per la selezione degli abiti. Pochi scaffali e mucchi di abiti, infatti: gli acquirenti che cercano abbigliamento, scarpe e accessori usano direttamente l’app di Amazon Shopping per scansionare i QR Code e conoscere i dettagli di ogni prodotto.
Quando sono decisi, con un semplice click nell’app gli utenti inviano gli articoli in camerino o direttamente al banco del ritiro.
Up-selling e Cross-selling ibrido
Una volta dentro quel “camerino reinventato”, l’utente può provare quell’abito per sincerarsi della taglia, ma con un grande display può anche provarsi mille varianti di quell’abito con la certezza che sarà della sua misura. Gli algoritmi di apprendimento automatico producono consigli in tempo reale per dare ai clienti un’esperienza personalizzata al massimo. È anche un modo per fare upselling catturando con dinamiche digitali un cliente nel luogo fisico.
Nuove scelte? Nuova moda consegnata rapidamente in camerino. Anche la consegna rapida in camerino, poi, è fatta con tecnologie e processi già testati nei centri logistici Amazon.
“Lo stile personale era costoso ed era esclusivo, ma con la sofisticata tecnologia di Amazon Style abbiamo reso più facile che mai per i clienti scoprire la moda perfetta per loro”, scrive la Vasen nel suo post.
Inutile dire che il luogo fisico potrà beneficiare di tutte le sinergie possibili con l’app (consegna fisica o ritiro dei resi). Sembra incredibile, vero? E ora diamo un’occhiata alle ricadute occupazionali.
I dipendenti umani? Servono come il pane.
Lavorare in un negozio significa gestire l’inventario e le ricevute, salutare i clienti, assisterli alla cassa o all’uscita, assisterli con resi o cambi dopo che hanno fatto acquisti, disimballare gli articoli dalle scatole e dagli espositori sugli scaffali. Di lavoro per gli umani ce ne sarà ancora per un bel po’, almeno qui.
La fuga dai negozi fisici non è una conseguenza assoluta e irreversibile. Specie nel campo della moda, una componente tattile, emozionale, personale è necessaria: finchè vestirsi e avere un aspetto sociale avrà un senso, le persone avranno un senso. L’esperienza fisica di valutare un prodotto è appagante.
Bisogna chiedersi però quanti punti vendita ci saranno nel prossimo futuro. Saranno fisici (ibridi), certo, ma non saranno più diffusi come prima e probabilmente, come oggi è per la tecnologia o le auto, saranno tra le mani di grandi player.