Il cancro al pancreas rientra nella categoria dei tumori più letali al mondo. Milioni di persone (e personaggi illustri come Steve Jobs, Patrick Swayze, Luciano Pavarotti) si sono misurati con un terribile avversario.
Come spesso succede, la rapidità di rilevazione della malattia influisce drasticamente sull’efficacia del trattamento. Prima i medici riescono a scoprirlo, più sono alte le probabilità di sopravvivenza. Di recente, il rapper Fedez ha dovuto sottoporsi ad un intervento d’urgenza per una forma rara di questo tumore, dopo una diagnosi precoce che potrebbe avergli salvato la vita.
Nel caso specifico del pancreas, infatti, i pazienti con diagnosi di cancro in fase iniziale hanno un tasso di sopravvivenza a 5 anni pari al 60%; quelli con diagnosi ritardata, invece, hanno un tasso di sopravvivenza addirittura inferiore al 5%.
Lo conferma il dott. Andrew Lowy, direttore clinico di Chirurgia del cancro presso la UC San Diego School di Medicina. Secondo il medico, il cancro al pancreas è molto difficile da rilevare precocemente, soprattutto in una fase in cui la “resezione chirurgica” (l’unica terapia risolutiva consigliata) è ancora possibile.
Il dottor Lowy, insieme a un team di ricercatori, ha sviluppato una nuova piattaforma di screening in grado di rilevare il cancro allo stadio iniziale.
In un articolo recentemente pubblicato su Nature Communications Medicine, sono stati riportati i risultati dei primi test.
Il sistema sviluppato si è rivelato vincente, tanto da essere riuscito a identificare il cancro al pancreas nel 95% dei casi.
Vediamo in cosa consiste il progetto di Lowy e quali sono le sue potenzialità future.
Vescicole extracellulari contro il cancro al pancreas
La nuova piattaforma di screening elaborata dal team di Lowy fa affidamento alla “comunicazione intercellulare”. Di che si tratta? La malattia viene rilevata dalle cellule stesse, che registrano il “malessere” (le cellule cancerose). In particolare, i ricercatori si sono concentrati sulle vescicole extracellulari (EV), molecole coinvolte nella comunicazione cellula-cellula.
Il loro aiuto ha permesso di identificare i casi di cancro al pancreas in fase iniziale, ottenendo risultati più che soddisfacenti.
Per capire esattamente come funziona questo sistema, è giusto fare qualche passo indietro e soffermarsi sulle ricerche biomediche svolte negli ultimi anni.
I ricercatori che provano a sconfiggere il cancro hanno analizzato per anni i sistemi cellulari coinvolti nel processo. Negli ultimi due decenni, hanno scoperto diversi biomarcatori, tutti coinvolti nei processi di crescita e sviluppo del cancro. All’inizio i ricercatori pensavano di poter sfruttare queste molecole per identificare precocemente i segni di malattia: sfortunatamente, la loro rilevazione si è dimostrata più difficile del previsto.
I test di rilevamento multi-cancro (MCDT) (che comportano lo screening di proteine e/o acidi nucleici) permettono di rilevare facilmente i tumori in fase avanzata, ma molto meno facilmente quelli in fase iniziale. Nelle prime fasi infatti, ci sono pochissimi biomarcatori correlati al cancro.
Serviva individuare qualcosa in grado di dare indicazioni corrette fin dalla prima formazione del cancro al pancreas.
Le vescicole extracellulari hanno dimostrato di essere all’altezza del compito.
Le vescicole registrano i segnali precoci di cancro al pancreas
La diagnosi e la registrazione precoce del tumore arrivano grazie ai veicoli elettrici.
Questi veicoli, espulsi dalle cellule tumorali nel flusso sanguigno, trasportano biomarcatori proteici associati al cancro. Le proteine che raggiungono le altre cellule tumorali possono generare una resistenza ai farmaci chemioterapici, o addirittura aumentare il rischio di metastasi. Allo stesso tempo però, portano con sé un aspetto positivo: il contenuto dei veicoli elettrici ha un potenziale diagnostico per l’individuazione del cancro in fase iniziale.
Facciamo un esempio.
Alcuni veicoli elettrici derivati dal cancro al pancreas trasportano una proteina chiamata fattore inibitorio dei macrofagi (MIF), che sopprime il sistema immunitario. Nonostante questa funziona negativa, la MIF può fungere da marker predittivo per le metastasi epatiche. Più MIF si registra, più è probabile che il cancro si diffonda al fegato.
Lowy e il suo team hanno purificato i veicoli elettrici dal sangue di pazienti con tumori precoci del pancreas e pazienti “sani”. Hanno poi analizzato la composizione proteica dei campioni e confrontato i risultati.
Sono così riusciti a sviluppare un algoritmo di apprendimento automatico in grado di identificare un insieme di proteine EV, utilizzate per rilevare i tumori al pancreas in fase iniziale. Il loro algoritmo ha rilevato con successo il 95,5% dei tumori del pancreas in stadio 1, mostrando l’incredibile potenziale di questa tecnica.