In un paese che non conosce pace per diverse ragioni, scienziati e dottori in Congo hanno segnato una pagina di Storia conducendo un test clinico su un farmaco per la cura dell’Ebola.
Tre giorni fa una dichiarazione congiunta di OMS e Istituto Nazionale per la salute hanno chiarito che due tra i trattamenti sperimentati abbattono la mortalità della malattia.
Poco tempo fa un vaccino ha mostrato buone capacità di impedire il contagio dell’Ebola, ma fino a ieri c’erano poche possibilità per chi si era già ammalato. “Da oggi l’Ebola non è più incurabile,” dice Jean-Jacques Muyembe, direttore generale dell’istituto di ricerca biomedica in Congo, che ha guidato i test.
I test iniziati a Novembre, con pazienti impegnati in 4 diversi centri clinici, hanno compreso la somministrazione a caso di quattro diversi trattamenti sperimentali. In un caso si è trattato di un farmaco antivirale chiamato remdesivir, negli altri tre altrettanti farmaci ottenuti da anticorpi monoclonali.
Il farmaco chiamato Zmapp, che era considerato lo standard nelle cure all’ebola, dava ai pazienti una percentuale di sopravvivenza del 51%. Come tirare a sorte una monetina. Il farmaco sviluppato da un’azienda chiamata Regeneron Pharmaceuticals e ottenuto da un cocktail di anticorpi monoclonali porta la percentuale di sopravvivenza al 94%.
Una squadra vincente
I farmaci basati su anticorpi monoclonali hanno una storia recente di grandi successi sulle malattie più disparate, dal lupus ad alcune forme di cancro. Occorre del tempo, a volte qualche anno per ottenerli, ma ne vale la pena. Zmapp, ad esempio, è stato sviluppato infettando dei topi con Ebola e poi facendo retroingegneria sugli anticorpi prodotti dai topi. Gli anticorpi sono poi stati resi più simili a quelli umani per non provocare reazioni. L’Ebola attacca le cellule delle sue vittime utilizzando delle proteine che funzionano come “chiodi” sulla corazza del suo virus. Colpire queste proteine vuol dire bloccare la diffusione del virus. La capacità di Ebola di cambiare forma ha portato ad un approccio basato su un “cocktail” di anticorpi, così da colpire quante più mutazioni possibili.
Il prossimo passo
Il successo non ferma gli sforzi di debellare del tutto Ebola dal pianeta. Il prossimo obiettivo è un farmaco ottenuto dagli anticorpi monoclonali di esseri umani infetti. I test saranno su mAb114, questo il nome in codice del prossimo farmaco prodotto da una società americana, la Ridgeback Biotherapeutics.
“Il successo è evidente,” dice Ryan. “ma porta con sé una tragedia: e la tragedia è che non stiamo curando abbastanza persone: troppa è la popolazione lontana dai centri di cura, o che viene trovata troppo tardi”.
Una carneficina
Dall’ultima esplosione dell’epidemia nella provincia congolese di Kivu, la seconda più violenta mai registrata, è passato esattamente un anno: da allora più di 2800 persone si sono ammalate, con 1800 morti già confermati. Un mese fa L’OMS ha dichiarato l’emergenza internazionale dato lo sconfinamento del contagio con un caso emerso a Goma, in Ruanda.