È la domanda del secolo ogni volta che si parla di veicoli elettrici. “E dopo? Altro che ecologia, che fine fanno le batterie?”. A momenti sembra che tra qualche anno ci sarà una montagna di materiale tossico da smaltire. Non è così. Nel tempo, batterie di nuova generazione renderanno molto più semplici smaltimento e riciclo (che già ora permette comunque di recuperare il 90% dei materiali). Nel frattempo, però, una batteria e la sua utilità potranno essere molto maggiori di quanto si ritenga oggi. Non si tratta di durare una vita, in questo caso: si tratta di durare una SECONDA vita.
Già. Perchè ovviamente la risposta più immediata che si dà quando qualcuno chiede come ci si sbarazza di tutte quelle vecchie batterie da smaltire è “si ricicleranno”. In realtà c’è un’altra pratica che può precedere questa, e riguarda la seconda vita delle batterie. Consiste nel riutilizzare gli accumulatori già esauriti dopo il primo ciclo (nella migliore delle ipotesi rimane circa il 70% di capacità). Non sono sufficienti se la vostra auto elettrica ha bisogno di piena autonomia ogni giorno, ma sono sufficienti per alimentare sistemi di stoccaggio o le case con pannelli solari sul tetto!
La batteria che visse due volte
In giro la ricerca sulle “second-life batteries” è alacre. Come detto, lavorare sulla seconda vita delle batterie ha due scopi ottimi. Primo, ricavare effettiva utilità da prodotti che sono nati per restare in giro un bel po’. Secondo, dare all’industria il tempo di produrre qualcosa di ancora migliore per popolare il parco auto del pianeta nella ormai partita transizione verso i veicoli elettrici. Un piccolo report di Automotive News Europe (ANE) ci dice quali sono le cose che si possono fare.
Stabilizzare le reti
La centrale elettrica di Melilla, in Spagna, utilizzerà le batterie di seconda vita di Nissan (è la casa più longeva in fatto di auto elettriche, per questo ne ha un bel po’ da offrire) per stabilizzare la rete. Un progetto chiamato proprio “Melilla Second Life“, sviluppato in collaborazione con la nostra Enel.
Alimentare piccoli risciò elettrici
L’indiana Nunam ha avviato una collaborazione con Audi per installare batterie di seconda vita su una nuova flotta di risciò elettrici. Il progetto, che dovrebbe essere completato nel 2023, prevede che i risciò siano dotati di batterie già utilizzate nelle Auto E-Tron della casa tedesca. Patti chiari, autonomia lunga per veicoli che non sono energivori come una berlina.
Prima vita in movimento, seconda vita stazionaria: impianti di stoccaggio
Dopo aver “abitato” su quattro ruote, le batterie di seconda vita possono tornare utili come impianti di stoccaggio: la startup Moment Energy e Mercedes le hanno impiegate in un resort canadese che fino a ieri bruciava nafta (quando si dice l’ecologia). Quando ci saranno standard d’uso più diffusi, avere in casa impianti a buon mercato che garantiscano energia da rinnovabili sarà vantaggiosissimo, anche grazie alle “second life”.
Supportare impianti eolici
Da manuale quello che la BMW sta facendo nei suoi stabilimenti di Lipsia. Lì il gruppo tedesco utilizza 700 accumulatori di seconda vita ricavati dalle sue automobili, e lo fa per immagazzinare l’energia prodotta da turbine eoliche. Con questa energia, BMW produce altre automobili.
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