È noto soprattutto per i suoi sforzi pionieristici nel campo dell’elettricità e della radio, ma Nikola Tesla aveva oltre 300 brevetti a suo nome. L’inventore serbo-americano non era solo produttivo, ma estremamente in anticipo sui tempi. Per esempio, non tutti sanno che si dilettò con i raggi X già nel 1894, due anni prima che Wilhelm Röntgen annunciasse lo sviluppo di questa tecnologia. Quella del suo piede potrebbe essere la prima radiografia della storia.
Suona come vagamente recriminatorio, ma se non fosse stato per l’incendio che nel 1895 distrusse tutte le sue apparecchiature (comprese quelle per sperimentare le radiazioni), Tesla avrebbe potuto addirittura battere Röntgen sul tempo. Sportivamente, quando nel gennaio 1896 Röntgen diffuse i suoi lavori sui raggi X e la radiografia, Tesla gli inviò una lettera di congratulazioni che includeva le prime immagini realizzate da lui. Röntgen ricambiò inviandogli i suoi elogi.
I raggi X sotto l’influsso di Tesla
Nikola Tesla, ad ogni modo, non si limitò a studiare i raggi X: fece anche esperimenti per creare un macchinario in grado di produrre immagini basato sulla sua invenzione più famosa, la bobina di Tesla. Chiamò queste immagini “shadowgraphs” e ne scattò parecchie lui stesso. Due delle più belle? Una radiografia, pardon: uno shadowgraph della sua mano ed una del suo piede. In quest’ultima si vedono persino i pezzi di metallo della sua scarpa!
Come detto, le sue capacità travalicavano i tempi: per questo Tesla intuì in anticipo gli utilizzi efficaci in campo medico dei raggi X. Notò in particolare che i raggi X riflettevano i corpi più densi in modo diverso rispetto ai corpi opachi, prevedendo che la tecnologia potesse essere usata per trovare oggetti estranei nel corpo o persino individuare malattie polmonari.
Intuì anche i rischi della radiografia
Lo scienziato notò cambiamenti alla pelle, dolore, gonfiore e persino perdita di capelli. Attribuì la cosa all’ozono e all’acido nitroso generati dai raggi piuttosto che ai raggi stessi: un errore di valutazione, in questo caso, l’acido nitroso in particolare non aveva un nesso con la natura dei raggi, ma questo non gli impedì di provare a mettere in atto alcune prime misure di sicurezza contro questi effetti negativi.
Capì infatti che la distanza e il tempo erano fattori cruciali per salvare il corpo umano dagli effetti dannosi dei raggi X. E provò perfino a realizzare uno scudo in alluminio per creare una barriera di protezione.
Incredibile come nonostante tutto il suo lavoro pionieristico, Tesla morì da solo e in povertà. O forse è perfettamente comprensibile, essendo una persona profondamente generosa ed interessata solo al progresso scientifico.