Saranno i tempi della transizione post pandemica, ma ho la sensazione che la parola “virale” darà fastidio a tanti. È una delle cause che portano alla crescita di Mastodon? Dopotutto, il “nuovo” social è stato disegnato proprio per evitare le dinamiche estreme, al limite del patologico, che governano altri social come Facebook o Twitter.
Già. Perché Mastodon non è un’alternativa solo a Twitter: è un’alternativa “antivirale” alle sanguisughe di attenzione.
Uno stimolo a creare e condividere. Davvero.
L’assenza di meccanismi “pavloviani” di gratificazione (il mare di like, i post “popolari” e altri ammennicoli) ha un primo, importante effetto collaterale: incoraggia le persone a comunicare e ad essere creative.
Senza pensare costantemente a “quanti like farà questo contenuto, avrò una grande audience?”. Perché si tratta di questo: gli algoritmi dei social “tradizionali” sono stati disegnati per catturare attenzione “forzando” la permanenza delle persone, così da raggiungerle con la pubblicità. In sostanza, hanno deformato il comportamento degli utenti, creando un mondo di persone che realizzano contenuti pensati per essere operativamente teatrali, o rabbiosi, per suscitare reazioni.
La parola “Virale”, ancora una volta, segnala una malattia. Per questo un social “Antivirale” come Mastodon sta sperimentando un boom.
Mastodon è un posto dove la gente può postare i suoi pensieri senza farli entrare in un meccanismo esibizionista, di manipolazione sociale, egotico. Non è nato ieri: questo software “sociale” è qui da diversi anni. Ma mai come ora vede una importante crescita di pubblico e di fiducia, in qualche modo rappresenta una cartina di tornasole delle esigenze degli utenti.
Sempre più persone, infatti, hanno la sensazione di dover uscire dalla “ruota da criceto” nella quale i social le hanno sistemate. E oggi la miglior “terapia” antivirale ha la forma di un elefantino viola. Per tanti motivi, uno su tutti: rallenta un po’ i ritmi. Calma un po’ le acque.
Ne abbiamo bisogno.
Intanto Twitter
Prendiamo la piattaforma appena acquistata da Elon Musk. Nei prossimi tempi potrebbero cambiare molte cose (di certo non ci annoieremo), ma oggi quel social è diventato un contenitore di tweet/barzellette/meme/personaggi “popolari” al momento, così che gli utenti possano vedere cosa è di tendenza. La maggior parte delle sue funzioni spinge gli utenti a guardare in massa i contenuti nuovi o famosi: gli hashtag impazzano fornendo improvvisi picchi di attenzione verso “must” da vedere o su cui discutere, spesso litigare.
Queste ondate di popolarità vanno e vengono, a seconda dell’argomento. Ma di solito si esauriscono rapidamente perché anche il design deve produrre un nuovo momento che catturi l’attenzione di tutti. Quella sensazione di “wow, sto parlando della stessa cosa di tutte queste persone”? È questo l’obiettivo emotivo di Twitter con il suo design. La viralità è la sua forza motrice.
Un numero significativo di utenti di Twitter trova ormai queste “avvincenti” ondate virali come l’unico scopo per frequentare il social. Senza questi elementi, non sarebbe lì.
In che modo Mastodon è antivirale
Se vogliamo ridurre all’osso le differenze cruciali tra le piattaforme, Mastodon ne ha due belle grosse che lo differenziano da tutte le altre reti sociali.
Primo: niente citazioni – Su Mastodon è possibile retwittare un post (lo chiamano “boosting”), ma non è possibile aggiungere un proprio commento. In altri termini, non si può “citare”. Perché no?
Perché l’ideatore di Mastodon temeva (probabilmente a ragione) che questo sistema incoraggiasse troppo spesso la pubblicazione di post provocatori, del tipo “guardate questa stronzata”. E alla prima comunità di Mastodon non piacevano molto queste dinamiche.
Se un social network di breve durata non ha tweet con citazioni, inibisce leggermente le ondate virali. Le singole affermazioni hanno solo qualche probabilità in meno di diventare improvvisamente un’onda virale. È questo il paradigma di un design “antivirale”.
Secondo: niente classifiche – Altro fattore da considerare: Mastodon non ha una classifica algoritmica dei post in base alla popolarità, alla viralità o al contenuto. L’algoritmo di Twitter crea un effetto “rich-get-richer”: Quando un tweet diventa leggermente virale l’algoritmo se ne accorge, lo mette in evidenza nei feed degli utenti e lo fa crescere a dismisura: come un’onda anomala.
Su Mastodon, invece, i post arrivano in ordine cronologico inverso. Punto. Nient’altro. Se non state guardando il vostro feed quando arriva un post? Lo perderete. Fine. Anche in questo caso, si tratta di una scelta progettuale profondamente antivirale.
Quello antivirale è un modello culturale diverso
A margine dei fattori “tecnici” che lo rendono differente, la cosa forse ancora più importante del design di Mastodon è il comportamento che introduce presso la sua base di utenti. Le persone che lo usano da sempre (cioè da 6 anni) hanno creato letteralmente una cultura antivirale. Si oppongono a funzioni e atteggiamenti che promuovono la viralità. Preferiscono la lentezza alla velocità.
Chi è abituato al mondo di Twitter, dove la velocità e il comportamento “di branco” sono comuni (e apprezzati da molte persone), può sembrare strano incontrare una cultura che trova l’attrito utile e produttivo; una caratteristica, e non un difetto. È un luogo sottilmente diverso. Meno di massa, anche se avrà moltissimi iscritti. Meno urlato.
Questo è uno dei motivi per cui Mastodon non sarà mai un vero e proprio sostituto di Twitter.
E non lo distruggerà
L’avvento di Musk potrebbe mandare in fallimento Twitter (è un’ipotesi ventilata dallo stesso tycoon nelle sue mail ai dipendenti), ma potrebbe anche fargli fare un nuovo boom. Twitter potrebbe trovare un equilibrio tra il profitto e la viralità: dopotutto queste dinamiche sono deleterie, ma hanno anche portato all’attenzione del grande pubblico questioni sociali e civili (penso a Black Lives Matter).
Non solo: l’impronta antivirale di Mastodon potrebbe ridurre il numero di persone che vogliono utilizzarlo. I tizi con la “dipendenza” da eccitazione dei feed di Twitter troverebbero Mastodon poco attraente e banale al confronto. Dove sono i trend? Di cosa si parla oggi?
La diaspora
Questa “confusione” dei nuovi utenti che arrivano e stanno affollando Mastodon sta già creando qualche problema con gli utenti di lunga data. I nuovi arrivi stanno cercando di usare la piattaforma nel modo in cui hanno sempre usato Twitter: promuovendosi allegramente, andando a caccia di “like”, postando commenti lapidari da “battutisti” arroganti e tirate polemiche.
Non è tutta colpa loro: è colpa di chi ha insegnato loro a comportarsi in determinati modi. Ad andare perennemente a caccia di like e retweet/boost. A promuovere se stessi. A esibirsi. E ora, a portare questa forma di “approccio mentale” sulla nuova piattaforma.
Come andrà a finire? Mastodon resterà antivirale?
È possibile che l’afflusso di nuovi arrivati si riduca. Che i nuovi utenti si allontanino “delusi”, tornando al luna park di tweet e litigi tra l’uccellino di Musk e la ‘piazza’ di Zuckerberg.
O forse la nuova massa di utenti resterà e cambierào la cultura di Mastodon rendendolo un “ibrido”, aumentando un po’ la sua viralità. Il sistema è fatto in modo che un singolo server Mastodon può anche cambiare le sue regole, puntando di più sulla viralità dei contenuti. Questo non costringe tutti gli altri a farlo, ma potrebbe condizionarli.
Il successo di Mastodon potrebbe, in altri termini, renderlo “popolare”, e meno antivirale. Chi può dirlo? In ogni caso, la prossima fase di Mastodon sarà interessante.
(A proposito, noi siamo lì dal 2021: @futuroprossimo … se sei su Mastodon, connettiti e salutaci, così facciamo due chiacchiere).