Il prossimo mese, un’assistente legale di intelligenza artificiale (AI) farà la sua prima comparsa in tribunale per aiutare un imputato nella causa legale per il ricorso contro una multa.
L’AI, sviluppata dalla startup DoNotPay e considerata come il “primo avvocato robot al mondo”, verrà usata attraverso uno smartphone. Ascolterà le argomentazioni dei giudici in tempo reale e fornirà indicazioni all’imputato tramite cuffie. I creatori del brillante “avvocato” non hanno ancora rivelato in quale tribunale si terrà la causa legale, né il nome dell’imputato.
Una prima assoluta
La causa legale (il ricorso contro una contestazione per eccesso di velocità) vedrà la partecipazione di un imputato nelle insolite vesti di marionetta: tutti i suoi interventi saranno scritti dall’AI di DoNotPay. Che si è offerta di pagare le spese in caso di sconfitta, per bocca del suo CEO Joshua Browder (scienziato informatico della Stanford University).
DoNotPay, startup partita come un chatbot di consulenza legale in caso di multe o sanzioni, ha aggiunto l’intelligenza artificiale alla propria gamma di servizi appena tre anni fa, nel 2020.
Oggi, l’obiettivo dichiarato di Browder è fare in modo che la sua app sostituisca del tutto gli avvocati in una causa legale “minore” come quelle per ricorso.
Causa legale, assistente speciale
“Ci saranno ancora tantissimi avvocati molto bravi,” dice Browder. “Professionisti in grado di discutere di questioni importanti come i diritti dell’uomo davanti alla Corte europea. Molti altri però potranno essere sostituiti dall’AI: quelli il cui lavoro consiste principalmente nel copiare e incollare lettere legali”.
Che dite? Ha ragione? Lo tsunami dell’intelligenza artificiale potrebbe travolgere anche la giurisprudenza, e rendere una causa legale più accessibile e conveniente per tutti. Avvocati avvisati, mezzi salvati. Forse.