Ve ne sarete accorti, immagino: sembra proprio che le cose non vadano proprio bene a livello globale. Dopo le previsioni negative fatte al World Economic Forum in Svizzera, ora tocca al World Government Summit di Dubai aprire il vaso di pandora. A rappresentare la situazione, il leader stesso del WEF, Klaus Schwab.
Schwab ha dichiarato che ci troviamo di fronte a questioni così serie che la sopravvivenza dell’umanità stessa è in gioco. Sul banco degli imputati, nientemeno che la cosiddetta quarta rivoluzione industriale. Che ne dite, ha esagerato o ha ragione?
Soccomberemo alla quarta rivoluzione industriale?
Schwab lo ha detto senza mezze misure: la quarta rivoluzione industriale, guidata da innovazioni come l’Intelligenza Artificiale, l’Internet delle cose, l’informatica quantistica, potrebbe concretizzare la fusione delle nostre identità fisiche, digitali e biologiche, andando oltre il nostro controllo.
L’antidoto? Presto trovato: per Schwab bisogna trovare il modo per “riglobalizzare” il mondo. E se vi dicessi che non concordo?
Il fallimento della “prima” globalizzazione non è una causa, ma una conseguenza
Schwab ritiene che la cooperazione globale sia di vitale importanza per garantire che gli esseri umani “resistano” alla quarta rivoluzione industriale, senza perdere il controllo della società.
La sua principale preoccupazione è che senza una collaborazione globale e politiche rigorose, le tecnologie coinvolte nella quarta rivoluzione industriale potrebbero sfuggirci totalmente.
Aliud pro alio. Schwab dice una cosa giusta per giustificarne una sbagliata. Se per “riglobalizzare” intende riportare il pianeta ad un periodo di interdipendenza “positiva”, ci posso stare.
Se invece è un modo per dire che un “ordine globale” deve guidare ponendo delle regole (dove per “ordine globale” si intende il mondo Occidentale), direi che scontiamo già abbastanza conseguenze di questa “imposizione culturale”. E nel discorso di Schwab di indizi ne vedo.
Qual è il vero problema, Schwab?
In soli 10 anni le tecnologie che oggi muovono i primi passi rivolteranno il mondo come un calzino. E fin qui io Schwab posso anche seguirlo, questo è in effetti il contesto.
Per affrontarlo, però, il leader del World Economic Forum usa un po’ il fioretto e un po’ la sciabola. Esordisce dicendo che i governi hanno un ruolo importante nel garantire che queste tecnologie siano usate per il bene, ma conclude avvertendo che in questa corsa verso la guida del mondo, i vincitori saranno coloro che padroneggiano queste tecnologie.
Condividere o competere, Klaus? Una differenza sostanziale alla vigilia di una guerra, di una recessione economica e di una catastrofe ambientale, e nell’intervallo tra una crisi sanitaria e l’altra.
Perché di questa “competizione” stiamo vedendo i disastri ogni giorno. La globalizzazione come la (ri)vorresti tu è morta. La risposta alla quarta rivoluzione industriale non può che arrivare da una maggiore protezione dei diritti dei lavoratori, dell’ambiente e delle comunità. Non è con una “riglobalizzazione” che ovvieremo alla perdita di posti di lavoro, all’impoverimento delle risorse naturali e all’aumento delle disuguaglianze sociali.
Un’ultima cosa: quando ti chiedi se “sopravviveremo”, esattamente di quale “noi” parli?