Il campo magnetico della Terra è una specie di supereroe invisibile: è sempre lì, per proteggerci dalle radiazioni, pronto a deviare le particelle più nocive provenienti dal Sole. Come tutti i supereroi, però, anche lui ha dei momenti di crisi. Alcuni indizi fanno pensare proprio che siamo in procinto di una rivoluzione epocale: una nuova inversione del campo magnetico.
Il mistero dell’inversione magnetica
Non abbiamo ancora una spiegazione definitiva su cosa provochi l’inversione del campo magnetico. Tuttavia, gli scienziati pensano che il fenomeno possa essere collegato alle dinamiche del nucleo terrestre: in particolare quello più esterno, che è allo stato fuso. Questo nucleo in movimento dà vita a qualcosa chiamato geodinamo, un fenomeno che genera il nostro campo magnetico.
Con il passare del tempo, la geodinamo subisce delle variazioni. Alterazioni che portano il campo magnetico a indebolirsi e a muoversi caoticamente fino a raggiungere una completa inversione, con i poli magnetici nord e sud che si scambiano di posto.
Indizi di un imminente capovolgimento
Perché gli scienziati pensano che stiamo per assistere a un’ inversione del campo magnetico? Due sono i principali indizi che li hanno portati a questa conclusione.
Primo, un’anomalia della quale vi abbiamo parlato un po’ di tempo fa. È una zona di campo magnetico debole e in espansione, detta Anomalia del Sud Atlantico, che ricopre circa il 20% della superficie terrestre. Questo fenomeno è solitamente un campanello d’allarme di un imminente capovolgimento.
Secondo, l’ultima inversione risale a 780.000 anni fa, un periodo più del doppio della media tra due eventi. In altri termini, saremmo perfino “in ritardo” sui tempi previsti per il verificarsi di questo fenomeno.
Un futuro… multipolare
No, non parlo di geopolitica. Le analisi degli scienziati ritengono probabile che prima dell’inversione del campo magnetico si creino anche più poli magnetici, e questo aspetto preoccupa parecchio.
Perché? Gli effetti potrebbero indebolire il nostro scudo naturale: una sorta di “kryptonite” per il nostro supereroe, il campo magnetico, che gli farebbe perdere fino al 90% della sua capacità di schermarci.
Le conseguenze? Forte incremento degli effetti dei venti solari, con un conseguente aumento dei casi di cancro, malfunzionamenti tecnologici (molti dei nostri satelliti e telescopi potrebbero subire danni irreparabili) e aree della Terra che diventerebbero inabitabili.
Quando accadrà? E in quanto tempo?
È frustrante non sapere esattamente quando accadrà, ma questo fenomeno incombe in qualche modo su di noi: bene fanno gli scienziati a prepararsi a questa eventualità, studiando il fenomeno e cercando di prevederne gli effetti.
Abbiamo solo un vago sentore dell’impatto di una cosa del genere. Ci giunge dallo studio di un “episodio” di oltre 40.000 anni fa chiamato Escursione di Laschamps. Un’inversione relativamente rapida (250 anni) con effetti catastrofici. Auguriamoci che non si tratti di nulla di simile: dopotutto, secondo un altro studio l’inversione del campo magnetico avvenuta 780.000 anni fa impiegò ben 20.000 anni a completarsi.
Nel caso, meglio lentamente.