In un mondo che si prepara ad un diluvio di contenuti generati “a macchina”, il talento umano dà ancora l’esempio. La musica trova sempre il suo modo di sopravvivere: Paul McCartney, uno degli ultimi custodi delle note indimenticabili dei Beatles, ha aperto una nuova porta nel corridoio della musica usando l’intelligenza artificiale per dare vita a quello che definisce “l’ultimo disco dei Beatles”.
Come un alchimista che separa l’oro dalla pietra, McCartney ha completato una canzone del suo eterno amico ed alter-ego, che altrimenti sarebbe rimasta incompiuta. Si presume che il brano possa essere “Now And Then”, una composizione di Lennon del 1978, da allora sospesa nel tempo ed ora pronta per essere raccolta e assemblata.
L’ultimo disco dei Beatles
È molto tempo che l’inedito di Lennon “fluttua” in attesa di (ri)nascere. Questa canzone era stata presa in considerazione anche come possibile frutto della “reunion” dei Beatles nel 1995, durante la compilazione della loro serie Anthology. McCartney racconta in un’intervista alla BBC di aver ricevuto il demo un anno prima da Yoko Ono, vedova di Lennon, tra diverse tracce su una cassetta etichettata “Per Paul” che Lennon aveva realizzato poco prima della sua morte, nel 1980.
La chiave per risolvere questo enigma musicale è arrivata con il fantastico documentario “Get Back” di Peter Jackson. L’editor del dialogo, Emile de la Rey, ha addestrato dei computer a riconoscere le voci dei Beatles e separarle dai rumori di fondo, e persino dai loro strumenti, per creare un audio “pulito”.
Questo processo ha permesso a Sir Paul di “duettare” con Lennon nel suo recente tour, di creare nuovi mix surround sound dell’album dei Beatles “Revolver”, e oggi di riportare in vita “Now and Then”. Quando la ascolteremo? Presto, dice McCartney: entro fine anno.
Il quinto Beatle? L’AI
Nonostante la paura di un mondo sempre più dominato dall’AI, McCartney ammette un senso di eccitazione per il futuro della musica. “È un po’ inquietante, ma eccitante, perché è il futuro. Dovremo vedere dove ci porterà”, ha confessato.
Ecco dove
Nel bene e nel male, gli artisti faranno sempre più i conti con i loro simulacri virtuali: accade già nella pubblicità, nel cinema e nella moda, e gli Abba hanno fatto da apripista nel mondo della musica. L’idea che un artista “appartenga al suo popolo” sarà presa alla lettera.
Nei prossimi anni i sistemi di clonazione della voce e l’AI generativa ci daranno infiniti album dei Beatles e di altre star vive o redivive. Gli artisti diventeranno “piattaforme open source”: le persone potranno ascoltare le loro creazioni personali, o crearne di nuove rispettandone lo stile.
I Beatles e la musica senza fine
La tecnologia e l’arte continueranno anche in futuro questo duetto senza fine, ma oggi McCartney non smette di ricordarci il potere evocativo del passato.
Prima che arrivino quelli artificiali, ci sono ancora i Beatles “veri” di fronte a noi: quattro ragazzi di Liverpool che hanno cambiato il mondo “al naturale”. E anche se il tempo passa la loro musica, questa musica, continua a risuonare come un loop infinito nelle nostre anime. Fino alla fine.
And in the end, the love you take is equal to the love you make.