In futuro, quando un astronauta vorrà comunicare con la sua astronave, non dovrà più farlo con codici e comandi. Basteranno due chiacchiere, come con un vecchio amico. La NASA sta sviluppando un computer di bordo con un’interfaccia vocale AI per i futuri veicoli spaziali.
Un po’ di storia
Prima di prefigurarci dialoghi coi computer di bordo dei futuri veicoli spaziali, guardiamo ad oggi. Anzi, a ieri: nel giugno 2018, una massiccia tempesta di polvere su Marte ha avvolto il rover Opportunity della NASA, interrompendo ogni comunicazione con la Terra. Otto mesi dopo, la NASA ha dichiarato conclusa la missione di 15 anni del rover su Marte.
Jacob Margolis, giornalista scientifico, ha riportato che l’ultimo messaggio ricevuto da Opportunity era, in sostanza, una roba tipo “la mia batteria è scarica e sta facendo buio”. La rete si è infiammata per queste toccanti “ultime parole” del rover. Potenza dei media e della narrazione. In realtà, Opportunity non ha detto proprio così. Il suo ultimo messaggio alla Terra era scritto in dati codificati che gli ingegneri della NASA hanno dovuto interpretare, come tutte le trasmissioni precedenti.
Il nuovo linguaggio dei computer di bordo
Passiamo a domani: immaginate un prossimo futuro in cui i computer di bordo dei rover e delle astronavi possano comunicare con lo stesso linguaggio naturale che usiamo per parlare tra noi. La comprensione dei messaggi sarebbe più semplice e, grazie ai progressi nell’intelligenza artificiale, ci stiamo avvicinando a questa realtà.
Per essere precisi, come ha dichiarato Larissa Suzuki, ricercatrice alla NASA, durante un incontro virtuale dell’Institute of Electrical and Electronics Engineers (IEEE): “Non è più come un film di fantascienza”. E spero anche un film di fantascienza diverso da quello che ho omaggiato nella foto copertina dell’articolo (scusate, non ho resistito).
Dalla teoria alla pratica
Nel suo discorso all’IEEE’s Cognitive Communications for Aerospace Applications Workshop, Suzuki ha raccontato gli auspici della NASA sullo sviluppo dei nuovi computer di bordo dotati di intelligenza artificiale ed interpreti di linguaggio.
“L’idea è arrivare a un punto in cui abbiamo interazioni conversazionali con i veicoli spaziali e che questi ci rispondano su allarmi, scoperte interessanti che fanno nel sistema solare e oltre”, ha dichiarato Suzuki.
Quanto ci vorrà? Secondo Suzuki, gli ingegneri della NASA non dovranno aspettare molto per iniziare a conversare con le loro astronavi. Una versione preliminare dell’AI sarà integrata nel computer di bordo del Lunar Gateway, la stazione spaziale in orbita lunare prevista per il lancio nel novembre del prossimo anno, il 2024.
Computer di bordo, odissea nei social
I limiti dell’AI, lo sapete, non sono ancora stati esplorati neanche minimamente. Quando sarà operativa in questo campo, non è difficile immaginare che la NASA potrà sfruttare la capacità della stazione spaziale di “parlare” per aumentare l’interazione con i tecnici e con gli astronauti.
Un sistema automatico, che non ha problemi di sonno ed è addestrato a dovere potrà servire anche come “influencer” per aumentare la consapevolezza e l’interesse del pubblico nella missione.
Magari in futuro i computer di bordo delle missioni su Marte avranno un loro account Twitter, sul quale racconteranno da soli come procedono le cose. Parliamone.