Le acque si alzano, le città si abbassano. Sì, avete capito bene: alcune delle nostre metropoli stanno letteralmente sprofondando sotto il loro stesso peso. Un recente studio ha rivelato che New York City sta affondando (di 1-2 millimetri all’anno). Ma non è l’unica. Da Tianjin in Cina a Houston negli Stati Uniti, il fenomeno è globale e i motivi di rischio sono tanto vari quanto allarmanti.
Le cause del fenomeno
Una delle cause principali, per quanto sembri assurda, è il peso degli edifici stessi. Il dato di New York potrebbe sembrare ridicolo, ma nel lungo periodo possono innescare un effetto domino e portare a conseguenze devastanti.
Un altro fattore chiave è l’estrazione di acque sotterranee. Questa pratica è particolarmente diffusa in Asia, dove città come Tianjin in Cina stanno affondando ben più velocemente della Grande Mela: oltre 5 centimetri all’anno.
Altri fattori includono il cambiamento climatico e l’innalzamento del livello del mare, che possono accelerare il processo di subsidenza, specialmente nelle città costiere.
Le città più a rischio
Come detto, il fenomeno è più diffuso di quanto non si creda. Al punto da permetterci di tracciare una piccola “mappa del rischio” con tanto di immagini (per fortuna finte, generate con l’AI) delle città nel caso le cose si mettessero male.
La mappa del rischio: Asia
L’Asia è il continente più colpito, con città come la succitata Tianjin in Cina, o Semarang e Jakarta in Indonesia, che stanno affondando a ritmi allarmanti.
America
Oltre a New York, che colpisce l’immaginario collettivo (abbiamo visto la Statua della Libertà sott’acqua, neve, raggi alieni, lucertoloni) c’è Houston, in Texas. È l’unica città degli Stati Uniti a comparire nella top 10 delle città che affondano più rapidamente, con un tasso di 1,95 centimetri all’anno.
Sud America
Ha la triste palma della città che affonda più rapidamente, Città del Messico, con un tasso mostruoso: 50 centimetri all’anno. La causa è la compattazione del letto di argilla su cui è stata costruita la città.
Europa
Qualcuno potrebbe rispondere facilmente: Venezia. E in effetti, c’è un fenomeno simile a quello di New York (dal 1890 in poi la media è di poco superiore ai 2 millimetri di sprofondamento all’anno). Non è molto, ma dobbiamo ringraziare fortuna e, con qualche riserva, il Mose.
Città a rischio sprofondamento, soluzioni ne abbiamo?
Una delle soluzioni potrebbe essere l’adozione di tecniche di ingegneria sostenibile, per ridurre il peso degli edifici e l’impatto sull’ambiente circostante.
Un’altra soluzione potrebbe essere una regolamentazione più rigorosa dell’estrazione di acque sotterranee, specialmente nelle aree più a rischio. A prescindere dalle città che affondano, in molti punti del mondo sarebbe una misura anche di equità.
Infine, quella che vedremo con più frequenza: l’adozione di piani di adattamento per far fronte all’innalzamento del livello del mare e alla subsidenza, come la costruzione di barriere contro le inondazioni.
Comunque la pensiate sui cambiamenti climatici, questo fenomeno esiste, e non va preso alla leggera per i costi economici e umani che il rischio comporta. È tempo di agire, prima che sia tardi.