La forma più pulita di energia al mondo, sta per fare un salto significativo grazie all’investimento di €20 milioni dell’UE nel progetto Seastar. È l’energia mareomotrice. E questo finanziamento potrebbe riconoscere la sua importanza cruciale nel raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità globale, a quelle zero emissioni entro il 2050 che forse (ma forse) conterranno i danni per noi e il pianeta.
Perché l’energia mareomotrice è la più pulita?
L’energia mareomotrice, generata dalle maree, è superiore alle altre fonti rinnovabili in termini di pulizia e efficienza. Per cominciare: a differenza del vento o del sole, le maree sono prevedibili e costanti, offrendo una fonte di energia continua. Di più: l’acqua, avendo una densità maggiore dell’aria, trasmette più energia cinetica rispetto al vento.
Questi fattori permettono a una singola turbina mareomotrice di generare più energia rispetto a una turbina eolica di dimensioni simili. Ancora: l’energia solare produce 48g di CO2 per kWh, l’eolica e il nucleare 12g per kWh, mentre l’energia mareomotrice solo 1.8g per kWh. Ancora dubbi?
E allora perché è stata trascurata?
Nonostante i suoi vantaggi, l’energia mareomotrice è stata a lungo trascurata. Il motivo è semplice, e vecchio come il mondo: i costi. Le turbine sottomarine devono essere costruite per resistere a tempeste violente e alla corrosione salina, il che le rende estremamente costose. E chi sta sviluppando progetti pilota lo sa bene.
In assenza di un’industria di turbine mareomotrici, ogni turbina deve essere realizzata su misura, aumentando ulteriormente i costi. Attualmente, l’energia mareomotrice costa circa €300 per MWh, 10 volte più di eolico e solare, 5 volte più di carbone e gas, e il triplo del nucleare.
Le cose però potrebbero cambiare. Nova e il progetto Seastar sono un punto di svolta
Nova, società pioniera nel settore, ha costruito in Scozia (Shetland) il primo array al mondo di energia dalle maree. Era il 2016. Sebbene inizialmente piccolo, questo progetto ha dimostrato la fattibilità della tecnologia fino ad estendersi nel 2018. Con l’espansione dell’array e il perfezionamento delle tecnologie, i costi dell’energia mareomotrice sono stati ridotti del 40%.
È il primo punto di svolta: gli sviluppi hanno attirato l’attenzione dell’UE, che ha deciso di finanziare il progetto Seastar di Nova. Da qui comincia una nuova partita.
Il progetto Seastar: economie di scala e riduzione dei costi
Seastar mira a costruire un array di energia mareomotrice da 4 MW al largo di Orkney, sempre in Scozia, utilizzando 16 turbine M500D di Nova. Questo progetto non è solo un’imponente dimostrazione della tecnologia, ma mira anche a dare inizio alla produzione di massa di turbine mareomotrici.
La produzione di massa potrebbe ridurre drasticamente i costi, rendendo l’energia mareomotrice competitiva con altre fonti di energia. Si prevede che i costi possano scendere fino a $120 per kWh, più economici di molte centrali nucleari. A quel punto sarà tutta un’altra storia.
Energia mareomotrice: non è una soluzione globale, ma può fare la sua parte.
Nonostante l’immense potenzialità, l’energia mareomotrice non può essere considerata una soluzione globale per tutte le esigenze energetiche. Perché? Fate voi: le stime indicano che potrebbe fornire tra 120 e 400 GW a livello mondiale, mentre il fabbisogno globale è di 18,000 GW.
Tuttavia, per nazioni con abbondanti risorse di maree come il Regno Unito, Canada, Francia e Nuova Zelanda, l’energia mareomotrice potrebbe coprire una parte significativa del loro fabbisogno energetico, aiutandole a raggiungere gli obiettivi di zero emissioni.
Ad ogni modo, il progetto Seastar sostenuto dall’UE rappresenta un momento decisivo per l’energia mareomotrice. Se riuscirà, potrebbe segnare l’inizio di un’era in cui questa forma di energia diventa una componente chiave del mix energetico globale, contribuendo significativamente alla lotta contro il cambiamento climatico e spianando la strada per un futuro più pulito e sostenibile.