Non pensate ad un chiodo che punta alla stella polare; non immaginate le calamite dei bambini che si respingono e si attraggono. Gli “altermagneti” rappresentano una realtà completamente diversa, a livello quasi subatomico. Questa nuova forma di magnetismo sovverte tutte le nostre consuete definizioni, promettendo di espandere i limiti dell’archiviazione digitale o, persino, di creare computer basati non più sulla corrente elettrica, quanto sul misterioso comportamento degli “spin” elettronici.
Immaginate un mondo in cui la memoria dei nostri computer sia dieci volte più capiente e veloce, o in cui la potenza di calcolo compia un balzo in avanti impensabile. È la direzione che può prendere l’incredibile scoperta di un team di ricercatori del Paul Scherrer Institute in Svizzera: l’altermagnetismo.
Un magnetismo “alternativo”
Per capire l’importanza di questa scoperta serve fare un passo indietro e ripercorrere brevemente (giuro) la storia del magnetismo. Fino al XX secolo si credeva esistesse un solo tipo di magnetismo permanente: il ferromagnetismo, presente in oggetti come calamite e aghi della bussola. Nel 1930, il fisico francese Louis Néel svelò un secondo tipo di magnetismo: l’antiferromagnetismo. In questo caso, gli spin degli elettroni all’interno del materiale si alternano, creando un campo magnetico interno assente all’esterno.
Ci sono voluti quasi 90 anni perchè questa scoperta accendesse una nuova, grande scintilla. 2019: un team di ricercatori ha previsto (in questo studio) l’esistenza di un terzo tipo di magnetismo: l’altermagnetismo. In questo caso, gli spin degli elettroni si comportano in modo ancora più complesso, creando un materiale con proprietà magnetiche uniche. E ora, a cinque anni di distanza, 2024, c’è la conferma sperimentale della sua assistenza, in questo studio pubblicato da Juraj Krempasky e il suo team. Cosa viene dopo?
Un futuro pieno di possibili applicazioni
La conferma sperimentale dell’altermagnetismo, ottenuta misurando la struttura elettronica del cristallo di tellururo di manganese, apre scenari davvero entusiasmanti.
1. Dispositivi di memoria più capienti e veloci: gli altermagneti potrebbero permettere di realizzare nuovi tipi di hard disk e memorie flash, con capacità di archiviazione decuplicate rispetto alle tecnologie attuali.
2. Computer “spintronici”: l’utilizzo degli spin degli elettroni al posto della corrente elettrica potrebbe portare alla creazione di computer “spintronici”, in cui memoria e processore si fondono in un unico dispositivo.
3. Nuove frontiere per la scienza: la scoperta dell’altermagnetismo rappresenta una pietra miliare nella fisica del magnetismo e apre la strada a nuove ricerche e applicazioni in campi ancora inesplorati.
Resta qualche mistero affascinante da svelare
Come si formano gli altermagneti? Quali sono le loro proprietà esatte? E, soprattutto, come possiamo sfruttarle al meglio per rivoluzionare il mondo della tecnologia?Le domande sono ancora molte, ma una prima “risposta” ce l’abbiamo: l’altermagnetismo rappresenta una scoperta rivoluzionaria con il potenziale di cambiare il nostro futuro. Un futuro in cui la memoria dei nostri computer sarà pressoché infinita e la potenza di calcolo sfiorerà nuovi, inimmaginabili orizzonti.