Nel panorama della ricerca scientifica l’innovazione spesso prende spunto dalla natura (è un pallino di questo sito: se non ci credete guardate il nostro tag biomimetica). E spesso ci offre anche soluzioni rivoluzionarie per antiche minacce. È il caso del veleno di serpente, una delle minacce più antiche e persistenti per l’umanità, soprattutto nelle regioni rurali dell’Africa, dell’Asia e dell’Australia. La recente scoperta da parte dei ricercatori di Scripps Research, tuttavia, potrebbe segnare l’inizio di una nuova era nella lotta contro questo pericolo letale.
Veleno, un male antico e persistente
Ogni anno, oltre 100.000 persone perdono la vita a causa dei morsi di serpente: un numero che supera molte delle malattie tropicali trascurate. La difficoltà nel trattare questi eventi risiede nella vasta diversità dei veleni, con ogni specie di serpente che produce un “cocktail tossico” unico.
Fino ad ora, gli antiveleni disponibili erano specifici per ciascuna specie, richiedendo una vasta gamma di trattamenti diversi a seconda del serpente coinvolto. E adesso?
Un approccio innovativo
Il team di Scripps Research guidato dal dottor Joseph Jardine ha adottato un approccio radicale al problema, identificando un anticorpo capace di neutralizzare il veleno di una vasta gamma di serpenti. Questa scoperta, pubblicata su Science Translational Medicine (ve la linko qui), ha dimostrato la possibilità di creare un antiveleno universale, efficace contro il veleno di tutte le specie di serpenti.
La ricerca ha utilizzato versioni delle tossine prodotte in laboratorio per analizzare miliardi di anticorpi umani diversi, alla ricerca di quello in grado di bloccarne l’attività. L’anticorpo identificato, che ha protetto i topi dal veleno normalmente letale di serpenti come il mamba nero e il cobra reale, rappresenta un passo significativo verso la realizzazione di un siero universale.
Verso un trattamento globale
L’anticorpo, denominato 95Mat5, ha mostrato di essere efficace nel prevenire non solo la morte ma anche la paralisi nei topi, offrendo una promessa reale per il trattamento dei morsi di serpente a livello globale. Interessantemente, l’anticorpo funziona imitando la struttura della proteina umana a cui le tossine normalmente si legano, un approccio simile a quello utilizzato negli studi sugli anticorpi per l’HIV.
Prossimi passi? Allargare la ricerca per rinforzare al massimo la protezione contro i veleni di tutte le specie di serpenti rilevanti dal punto di vista medico. E vale la pena di lavorarci, perché questo siero universale ha il potenziale per salvare centinaia di migliaia di vite ogni anno.