Quando nel settembre 2022 la NASA ha lanciato la sua missione DART contro l’asteroide Dimorphos, l’obiettivo era chiaro: testare la nostra capacità di deviare corpi celesti potenzialmente pericolosi. Nessuno, tuttavia, avrebbe potuto prevedere gli straordinari risultati che sono seguiti, segnando un passo avanti significativo nella difesa planetaria e nell’esplorazione spaziale.
Esperimenti audaci e dove trovarli
Alla base di tutto c’era una domanda fondamentale: possiamo proteggere il nostro pianeta da una potenziale minaccia cosmica? La risposta è arrivata con la missione DART, un audace tentativo di alterare la traiettoria di un asteroide. Dimorphos, un piccolo satellite dell’asteroide più grande Didymos, è stato scelto come bersaglio per questo test senza precedenti.
E come è andata? L’impatto, accuratamente calcolato, ha deviato la rotta di Dimorphos ed ha anche offerto uno spettacolo affascinante, catturato dalle telecamere del telescopio spaziale Hubble e Webb.
La “guarigione” di Dimorphos
Ciò che rende questo esperimento particolarmente affascinante è la reazione dell’asteroide all’impatto. Studi recenti (ve li linko qui) suggeriscono che Dimorphos potrebbe essere in fase di “guarigione”, modificando la propria forma e composizione in risposta al violento incontro.
Un asteroide che sta guarendo… Che dinamica inattesa. Gli scienziati ora ipotizzano che la missione Hera dell’Agenzia Spaziale Europea, destinata a “tornare sul luogo del delitto” e visitare il sito dell’impatto nei prossimi anni, potrebbe trovarsi di fronte a un panorama completamente diverso da quello previsto.
Implicazioni per il futuro
L’esito di DART va oltre la dimostrazione tecnologica: getta le basi per una nuova era nella difesa planetaria. La capacità di deviare un asteroide, che prima potevamo attribuire solo a Bruce Willis (se capite cosa intendo), è ora una realtà tangibile. Di più: la potenziale “guarigione” di Dimorphos solleva questioni fondamentali su come gli asteroidi si formano e evolvono nel tempo.
Questo evento segna un punto di svolta nella nostra relazione con lo spazio. Non siamo più semplici osservatori del cosmo, ma attori capaci di interagire e, forse, di proteggerci dalle sue minacce. In attesa dei dati della missione Hera, possiamo solo immaginare quali altri segreti attendono di essere svelati nel vasto universo che ci circonda.