Per ciascuno dei pionieri della nuova corsa privata allo spazio posso facilmente trovare un aggettivo: ad esempio Jeff Bezos è inesorabile, Elon Musk è eclettico. Se dovessi trovare un aggettivo per Sir Richard Branson, invece, sarebbe “divertente”. Mi fa morire.
Lo scorso gennaio il fondatore di Virgin Galactic aveva siglato un accordo con Kevin Plank, CEO di Under Armour: l’azienda di abbigliamento sportivo sarebbe stata la Partner tecnica per lo spacewear degli astronauti privati.
Dieci mesi dopo, le due aziende svelano il frutto del loro lavoro: un intero set di abbigliamento per astronauti. Abiti basic, tuta spaziale, scarpe, kit di allenamento e un giubbotto in edizione limitata.
È la prima collezione della Storia creata espressamente per astronauti privati.
Il design
L’aspetto dell’abbigliamento realizzato è un mix originale di comfort, utilità ed estetica (sarebbe meglio dire “epica” dato l’oggetto).
Gli inserti “luminescenti” donano all’insieme il giusto tocco di futurismo, ma occultano saggiamente tasche, scomparti e cuciture protettive. L’aderenza è giusta ma non esasperata, per garantire comodità e vestibilità anche con le sollecitazioni di un ambiente a gravità zero.
La “mostrina” con lo Stato degli astronauti privati, sul braccio sinistro, si prende una piccola licenza estetica: la bandiera è in una forma rotonda anziché rettangolare, con la doppia valenza visiva di indicare la provenienza della nazione come del pianeta.
Il colore è semplicemente una favola, un punto di blu oltremare che richiama l’incontro dell’atmosfera terrestre con lo spazio profondo.
In un video a metà tra un omaggio danzante a “2001, Odissea nello Spazio” e la presentazione delle nuove maglie di una squadra di calcio, è lo stesso Branson a mostrarsi con addosso l’abito “stellare” di Virgin Galactic. Non me ne voglia, dico un’ovvietà: sta meglio ai ballerini.
Non c’è niente da dire: nei primi viaggi (previsti a partire dal 2023) i passeggeri della Virgin saranno fichissimi.